Questo articolo nasce, grazie al contributo di Psyched, per sensibilizzare su delle questioni riguardanti la “malattia mentale”, ancora oggi tema poco chiaro per buona parte della popolazione. I dati che emergono dagli studi sottocitati dovrebbero illuminarci sul fatto che troppo spesso ancora le persone con determinati problemi mentali vengono discriminate, o il loro problema viene sminuito perché non capito, o semplicemente perché difficilmente osservabile ad occhio nudo.

Le 4 immagini raffigurate nel corpo dell’articolo, rappresentano immagini PET (tomografia ad emissione di positroni) che comparano il cervello di un individuo con una determinata patologia, con il cervello di un individuo che non la presenta. La PET è una tra le tecniche di neuroimaging funzionale più utilizzata, attraverso di essa possiamo osservare come il cervello varia a livello metabolico (dove lavora e funziona di più) mentre esegue determinate azioni. Di conseguenza, più il colore è acceso (tendente al rosso), più c’è attività funzionale in quella zona del cervello.

Nella depressione vediamo esserci una diminuzione di attività generale; nel disturbo post traumatico da stress vediamo un aumentato numero di recettori mGLUR5 (recettori eccitatori del glutammato); nel disturbo bipolare notiamo un’aumentata attività e consumo di glucosio; nel deficit di attenzione e iperattività possiamo osservare livelli minori di trasportatori della dopamina rispetto ad un soggetto di controllo.

Riferimenti

Pul C,” The Special Case of Bipolar Disorder”, Springer Link, 2016; “Invisible Disabilities: The Pathology of ADHD and Autism, Darmouth Undergraduate Journal of Science, 2009;

Billie Hataway, “New PTSD study identifies potential path to treatment”, Yale University, 2017; Mark George, NIMH, 1993