L’insonnia e la carenza di sonno favoriscono l’isolamento sociale e il ripiegamento su sé stessi, innescando un circolo vizioso che peggiora progressivamente entrambe le condizioni. La stretta relazione fra i due fenomeni è stata dimostrata sperimentalmente da due ricercatori dell’Università della California a Berkekey, Matthew Walker ed Eti Ben Simon, che firmano un articolo pubblicato su “NATURE COMMUNICATIONS”.

L’isolamento sociale è un fattore di rischio per lo sviluppo di varie patologie, fra cui le malattie cardiovascolari e la depressione. Lo stesso vale per l’insonnia, ma non era chiaro se la loro compresenza celasse una relazione causale fra i due fenomeni.

LO STUDIO

Walker e Ben Simon hanno misurato gli effetti sociali della carenza di sonno registrando con risonanza magnetica funzionale (fMRI) l’attività neurale cerebrale di 18 volontari adulti sani in risposta alla visione di un video in cui erano mostrate delle persone che venivano verso di loro. L’esperimento prevedeva che i soggetti premessero un pulsante che fermava il video quando ritenevano che le persone mostrate si stavano avvicinando troppo. E’ così emerso che i soggetti che avevano passato una notte insonne fermavano le persone a una distanza tra il 18 e il 60 per cento maggiore rispetto ai soggetti ben riposati.

Inoltre, la fMRI mostrava un attivazione significativamente più elevata dei circuiti cerebrali che presiedono alla valutazione della distanza di sicurezza di fronte a una possibile minaccia; al contrario sono risultati meno attivi i circuiti che regolano la capacità di interpretare atteggiamenti, intenzioni ed emozioni altrui, ossia che elaborano la cosiddetta “teoria della mente”. Il risultato concordava con quanto emerso da un questionario per valutare il senso di solitudine provato dai soggetti.

In parallelo i ricercatori hanno testato le reazioni di circa mille persone alla visione dei soggetti impegnati in normali discussioni su questioni di tipo quotidiano. Agli osservatori è stato chiesto di valutare la socievolezza dei soggetti e di indicare il livello di disponibilità a interagire con ciascuno di loro. E’ risultato che le persone private del sonno davano l’impressione di essere più solitarie e socialmente meno “desiderabili“.

Infine, Walker e Simon hanno rilevato anche un “effetto contagio” legato alla carenza di sonno: in un test somministrato agli osservatori il giorno seguente alla proiezione del video, chi aveva assistito all’interazione con la persona insonne provava un maggiore senso di solitudine di chi aveva visto solo interazioni fra due persone riposate.

Il protrarsi della quarantena, indispensabile per la tutela della salute di tutti visto il propagarsi della pandemia del Covid-19, pone numerose sfide da un punto di vista psicologico, con il concretizzarsi di questo circolo vizioso, senza tralasciare tutta una serie di altre possibili problematiche psicologiche, come spauracchio pronto ad affacciarsi nelle vite delle persone più a rischio.