Secondo il DSM 5  (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) i disturbi della nutrizione e dell’alimentazione comportano un alterato consumo o assorbimento di cibo e compromettono significativamente  la salute fisica ed il funzionamento psicosociale.
Tra i più diffusi troviamo:

  • Anoressia Nervosa (restrizione nell’assunzione di calorie, peso corporeo significativamente basso in relazione a sesso ed età, intensa paura di aumentare di peso, eccessiva influenza del peso o della forma del corpo sui livelli di autostima).
  • Bulimia Nervosa (ricorrenti episodi di abbuffata, condotte compensatorie per prevenire l’aumento di peso, autostima estremamente influenzata dal peso).
  • Disturbo da alimentazione incontrollata (ricorrenti episodi di abbuffata, marcato disagio riguardo le abbuffate, no condotte compensatorie sistematiche).

Per una completa ed esaustiva descrizione si veda DSM 5 (Raffaello Cortina Editore, 2014).

“La relazione con il proprio corpo 
diventa il mezzo che regola la dialettica 
fra determinazione di sè e 
contemporanea demarcazione dell’altro” .

Arciero e Bondolfi, 2012

I disturbi alimentari sono di frequente riscontro nella pubertà e nella tarda adolescenza, che costituiscono di per sé un momento particolarmente fragile per le alterazioni psicopatologiche dell’esperienza del corpo e del suo essere mondano. Il punto di partenza comune tra i diversi disturbi alimentari è la dissociazione somato-psichica, che «nell’anoressia raggiunge gli estremi della negazione completa e incondizionata della realtà corporea fino al suo annientamento» (Martinotti, 2010).

Sempre Martinotti (2010) spiega molto chiaramente l’esperienza anoressica: «La persona anoressica evita di alimentarsi non solo perché si vergogna delle sue forme corporee, quanto per ridurre il più possibile la corporeità dell’esistenza, la sua esposizione all’osservazione altrui, che sente più minacciosa della fame stessa […] Il cibo viene considerato ambiguamente, dal punto di vista prevalentemente estetico, assumendo la valenza di un mezzo cosmetico […]».

Diversa è l’esperienza della bulimia: in questo caso sembra esserci un passaggio all’azione senza la mediazione del pensiero, «senza la consapevolezza dell’appartenenza del gesto corporeo alla dimensione mentale, che ne rimane totalmente estranea, come nel caso del binge-eating» (Martinotti, 2010). Tornando alla dissociazione somato-psichica, elemento comune ai disturbi alimentari, non è un caso che spesso le persone con questo tipo di problematiche fatichino a riconoscere le sensazioni fisiche di fame e sazietà.
 

Bibliografia
American Psychiatric Association (2013). Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (5th ed.). Washington D.C: Author.
Arciero, G. & Bondolfi, G. (2012). Sé, Identità e gli Stili di Personalità. Torino: Bollati Boringhieri.
Martinotti, G. (2010). Fenomenologia della corporeità. Dalla psicopatologia al-la clinica. Roma: Edizioni Universitarie Romane.

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